Tamponi al confine, necessario ristabilire al più presto la libera circolazione

La decisione del governo sloveno di imporre l’effettuazione di un tampone per l’ingresso nel Paese, a partire dal 15 marzo, condizionerà pesantemente gli spostamenti dei lavoratori frontalieri. Pur prendendo atto che le misure sono state adottate per far fronte all’aggravarsi della pandemia, il Consiglio sindacale interregionale Fvg-Slovenia auspica che l’evolversi della situazione sia attentamente monitorato per ristabilire al più presto l’applicazione dei diritti alla libera circolazione per i lavoratori frontalieri, così come previsto dalle linee guida del Consiglio Europeo sull’attraversamento delle frontiere durante la pandemia.

I dieci giorni di moratoria prima dell’entrata in vigore della misura rappresentano una possibilità in più per poter consentire ai lavoratori di organizzarsi sottoponendosi ai test, magari utilizzando quelli “veloci” antigenici, meno costosi e di più facile attuazione, sebbene ancora di difficile reperibilità nelle farmacie del Friuli Venezia Giulia. Il Csir rivolge in ogni caso un appello al Governo sloveno perché si faccia carico del costo del tampone dei lavoratori transfrontalieri, così come avviene in Austria, consentendo anche ai non residenti di sottoporsi ai test in territorio sloveno. Il Csir e i sindacati italiani e sloveni ad esso aderenti, da parte loro, sono a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri per assisterli per ogni necessità.

Presidenza Csi Fvg-Slo Cgil Cisl Uil Zsss Ks90
Roberto Treu, Peter Majcen

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