«Chiediamo con forza che i governi di Italia e Slovenia riconoscano la specificità della condizione dei lavoratori frontalieri. Condizione che ha subito un altro danno dopo l’introduzione dell’assegno unico e universale per i figli a carico, negato ai lavoratori che non risiedono in Italia». È la richiesta ribadita dal Consiglio sindacale interregionale Friuli Venezia Giulia – Slovenia nel documento sottoscritto in occasione dell’incontro di oggi al valico di Pese, presso Trieste, tradizionale appuntamento che riunisce al confine i sindacati italiani e sloveni in prossimità del Primo Maggio.

Alla presenza di Villiam Pezzetta, Luciano Bordin e Michele Berti per Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia, di Peter Majcen e Pavle Vhrovec per i sindacati sloveni Ks90 e Zsss, il documento è stato illustrato oggi da Roberto Treu e dallo stesso Majcen, della presidenza del Csi. In merito al mancato riconoscimento dell’assegno unico ai lavoratori non residenti in Italia, il Csi rimarca che sul tema l’Ue ha aperto una procedura d’infrazione. Procedura in via di definizione e «nata da una segnalazione partita proprio da questo territorio», si ricorda nel documento. Ma quello sull’assegno unico non è l’unico dossier aperto in materia di lavoro transfrontaliero, penalizzato anche dalla mancanza di una normativa di tutela del lavoro a distanza e dai ritardi nell’accesso alla pensione per chi risiede all’estero, «a causa delle disfunzioni dell’Inps». Questioni che si aggiungono agli annosi problemi fiscali e di regolamentazione del mercato del lavoro tra le due aree confinanti, che il Csi chiede di affrontare con specifiche misure, nel quadro di un rafforzamento della cooperazione tra Italia e Slovenia.

Al centro del documento anche i grandi temi che caratterizzano il Primo Maggio, a partire dalla difesa dei redditi dei lavoratori e dei pensionati, duramente colpiti dall’inflazione. Un’inflazione, si legge nel documento, che è conseguenza della speculazione e di una guerra che l’Unione Europea dovrebbe cercare di fermare «svolgendo finalmente una azione politica, e non solo militare». Forte accento sulle politiche sociali e sul fisco. «In questo Primo Maggio – scrive il Csi – vogliamo anche gridare con forza la necessità che il Pilastro europeo sui diritti sociali, a partire dalla sanità pubblica, venga assunto dall’Unione Europea e dai nostri Stati come una priorità ineludibile, come dovremmo aver imparato dalla pandemia. La sanità deve essere adeguatamente finanziata per potenziare il suo ruolo pubblico e universale e servono anche riforme delle politiche fiscali che garantiscano una reale progressività, per garantire le risorse necessarie a sostenere il welfare». Da qui, e dalla consapevolezza dell’importanza cruciale di sfide come la denatalità e l’invecchiamento, l’appello per «un nuovo disegno di sviluppo dell’Unione Europea» e per «una maggiore cooperazione tra i nostri due paesi in tema di mercato del lavoro, formazione, tutela ambientale, integrazione economica». Senza dimenticare le politiche sull’immigrazione, riguardo alle quali il Csi auspica «un radicale cambio di passo, per garantire agli immigrati un trattamento umano e dignitoso, accoglienza e integrazione, consapevoli, oltretutto, della carenza di lavoratori che caratterizza tutti e due paesi».

Venerdì 28 aprile 2023 alle ore 10.45, presso il valico di Pesek, si svolgerà il tradizionale incontro dei sindacati transfrontalieri di Cgil, Cisl, Uil, Zsss, KS90, promosso dal Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/Slovenia (CSI Fvg-Slo) in occasione del Primo Maggio dei lavoratori.
Dopo lo scambio dei saluti, seguirà l’illustrazione del documento unitario approvato da tutte le componenti del Csi Fvg/Slo sui temi che caratterizzano questo Primo Maggio: la pace, l’inflazione e la difesa dei redditi dei lavoratori e dei pensionati, la sanità pubblica. In questo contesto, verrà chiesto all’Unione Europea di varare il pilastro sociale europeo.
Una particolare attenzione sarà data inoltre ai problemi specifici delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri, sottolineando le nuove discriminazioni e il mancato riconoscimento dei diritti dei quali hanno titolo. C’è poi lo scottante tema dell’immigrazione, soprattutto quello legato alla cosiddetta Rotta Balcanica, che sarà oggetto di proposte coerenti con i principi di dignità e accoglienza.
In conclusione, verrà ribadita la necessità di un rilancio della cooperazione tra i due paesi, anche nel quadro di un nuovo e ormai necessario disegno dell’unità europea.
Al termine degli interventi, è previsto il tradizionale rinfresco per i partecipanti.
All’incontro, sono invitati a prendere parte rappresentanti delle categorie e delle confederazioni.